Questo strumento di origine antichissima è un flauto formato da una canna (non di Bambù). Il flauto è aperto alle due estremità e viene suonato
appoggiandolo sul labbro inferiore e tenendolo in diagonale. Il suono prodotto
offre al musicista esperto un’estensione di due ottave e mezzo, e si riesce a
produrre nove suoni diversi. Questo strumento è l’unico a fiato usato nella
cultura araba e il suo nome deriva dal termine persiano che indica la canna. La
posizione delle labbra, delle gengive e, ovviamente, delle dita permette di
modificare sensibilmente la qualità del suono, di passare improvvisamente da un
suono acuto a uno grave. Questo strumento è legato alla poesia mistica e per questo il soffio che fa suonare il
flauto viene assimilato al soffio dello spirito che fluisce nel cuore del
mistico.
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