martedì 10 settembre 2013

CONTEMPORANEITA'


La danza è come il teatro, musica e gestualità, senza parole..

È espressione del corpo, è estensione della nostra energia, è scoperta dello spazio, “del nostro spazio nello spazio”, è pulsione verso le stelle, ascesa al divino..

Comparandoci alle popolazioni che adottano la danza come rito di iniziazione, potrei definire il ballo come tale anche nella nostra era contemporanea; immaginiamoci adolescenti, quando cercavamo rispetto dal “gruppo” ed emancipazione dalla propria famiglia: dove si andava? In discoteca, e chi non ci andava era un povero reietto della scuola!

Il ballo permette di socializzare, di crearsi un ruolo nel “branco”, ma soprattutto è una delle prime strade che si intraprende per avere contatto con l’altro sesso: ci si avvicina con imbarazzo, ci si esplora, ci si annusa, si divampa al solo sfiorar di pelle, ed è un’esplosione di sensazioni. Senza parole, si manifestano le emozioni più profonde e restie a palesarsi; senza parole, si apre la via dell’amore..

Lisa

lunedì 9 settembre 2013

La contradanza cubana



Le sue origini si trovano nella contredanse europea, che era una forma internazionale di musica e ballo derivato dal XVIII secolo. Fu importata a Santiago de Cuba dai coloni francesi in fuga dalla rivoluzione haitiana del 1790. La prima contadanza cubana di cui si ha conoscenza è "San Pascual Bailón", scritta nel 1803. Questo lavoro mostra la contradanza nella sua primissima forma, mostrando caratterisctiche che successivamente la discosteranno dalla contredanse. Ha una metrica 2/4 con due movimenti di otto tempi ciascuno, secondo lo schema AABB. Durante la prima metà del XIX secolo, la contradanza dominò le scene musicali cubane al punto che tutti i compositori dell'epoca, sia concertisti che compositori per sale da ballo, provarono a scrivere pezzi di contradanza. Tra tutti, il più noto è Manuel Saumell (1817-1870).


Storia del velo nella danza mediorientale


Il velo rappresenta per una danzatrice una possibilità espressiva in più. Esso entra a far parte della danza orientale  solo a un certo punto all’inizio del novecento. L’utilizzo del velo nelle culture antiche era legato più alla nascita e alla morte, e alle divinità infatti la parola velo viene dal latino velum, tenda, perché in origine indicava la tenda che separava l’interno del tempio con l’esterno, lo si può considerare come una porta tra due mondi. La prima danza del velo di grande  importanza agl’occhi di tutti venne successivamente alla pubblicazione del libro la Salomè di Oscar Wild, quando con l’esposizione universale di Chicago nel 1893, si esibì una ballerina. Attorno a questa danza si scatenarono scandali e si accese molta curiosità per questa danza. 


venerdì 6 settembre 2013

Nascita dei Balli Caraibici



La storia dei balli Caraibici è sorprendente, in quanto essi son nati grazie a vari intrecci di cultura diversa (arte, religione e modi quotidiani di vivere), questa fusione inter-razziale ha prodotto nel tempo un ritmo molto caratteristico nella zona caraibica , e in continua evoluzione formando così vari stili di ballo e quindi vari modi di esprimere la propria origine e la propria vitalità.La loro evoluzione è iniziata con la scoperta dell’America,con la successiva razzia e il massacro degli indios aborigini da parte degli spagnoli per poi proseguire con l’importazione degli schiavi Africani, sfruttati per la manodopera. Diciamo che in questo brutto periodo di intolleranza la forza delle popolazioni soppresse e la loro cultura radicata delle loro origini non si è fatta piegare dalla forza europe, ma si è fusa con la cultura di essa. Gli spagnoli portarono a cuba il ballo “zapateo” che si mescolò con il repertorio cubano di danze campesinas (danze della campagna) diventando “zapateo cubano”,“gavvillon”,”tumbantonio”,”cariga” e “papalote”. Queste danze erano accompagnate da una chitarra a tre corde chiamata “tre”.


Alla fine la radice africana ha avuto una forza predominante a quella spagnola, perché radicata molto sulla quotidianità, sui lavori dei campi, e sulla religione. Tutto quello che essi facevano durante la giornata aveva un significato religioso: ballavano simulando le onde del mare e vestivano di azzurro quando onoravano “Yemayà”, la Dea patrona del mare il cui colore era proprio l’azzurro. “Changò”, re del lampo,del tuono e della sensualità, aveva invece come colori il bianco ed il rosso e, rappresentandolo nel ballo, tutti i movimenti delle braccia partivano dal cielo come se volessero prendere i lampi e si concentravano nella zona pelvica, perché fosse data maggiore energia alla propria virilità. Ancora oggi a Cuba gente di tutte le razze adora e pratica il culto di questi Dei.












Con l’arrivo della Borghesia europea tra il XVIII-XIX secolo la danza si evolse ancora. I borghesi portarono nell’isola di Cuba le grandi sale da ballo e i casinò. I balli della borghesia in questi anni erano la “danza” e la “contradanza”,che venivano ballate nei locali riservati esclusivamente al ceto borghese e non al popolo cubano, il quale, sentendosi rifiutato, creò delle piccole sale da ballo.Quest’esclusione sfociò nella creazione del “danzon”, nato proprio per beffeggiare e criticare il modo rigido di ballare della borghesia. Da qui in poi l’evoluzione del ballo fu sempre più in crescita e si espanse con grande rapidità in tutta la zona caraibica, inventando e trasformando nuovi tipi di ballo ed espandendosi poi in tutto il mondo.