lunedì 6 gennaio 2014

Storia della Capoeira




La capoeira (pronuncia portoghese: kapuˈejɾɐ) è un'arte marziale brasiliana creata principalmente dai discendenti di schiavi africani nati in Brasile con influenza indigena brasiliana, caratterizzata da elementi espressivi come la musica e l'armonia dei movimenti (per questo spesso scambiata per una danza).
La storia della capoeira è molto complessa e difficile da tracciare in maniera precisa, soprattutto per la carenza di documenti scritti al riguardo e per la loro distruzione dopo l'abolizione della schiavitù in Brasile; di certo sappiamo che trae le sue origini dalla mescolanza di rituali di lotta e danza di alcune tribù africane già colonie dei portoghesi, catturate e fatte schiave in massa per essere deportate in Brasile. I primi documenti che parlano di capoeira risalgono al 1624, si tratta di diari dei capi di spedizione incaricati di catturare e riportare indietro gli schiavi neri che tentavano di scappare. Questi documenti fanno riferimento ad uno strano modo di combattere, "usando calci e testate come fossero veri animali indomabili". Il mito diffuso è che la capoeira fosse un modo per gli schiavi di allenarsi a combattere dissimulando, agli occhi dei carcerieri, la lotta con la danza. Questo può essere vero solo per uno stadio molto primitivo del suo sviluppo, perché in realtà la pratica della capoeira a partire dal 1814 venne vietata agli schiavi, assieme ad altre forme di espressione culturale, principalmente per impedirne l'aggregazione, anche se alcune fonti dicono che questa forma di arte marziale ha continuato ad esistere e svilupparsi considerando il fatto che sia sopravvissuta fino ai nostri giorni. Il 1888 fu l'anno di liberazione dalla schiavitù, ma gli schiavi liberati non ebbero modo di integrarsi facilmente nel tessuto socio-economico. Specie nelle grandi città, molti di loro si diedero al crimine per sopravvivere, facendo spesso ricorso alla capoeira negli scontri con altri delinquenti o con la polizia. La capoeira fu quindi presto associata alla delinquenza di strada, tanto da venire proibita a livello nazionale già dal 1892. La pratica della capoeira rimase clandestina (da questo deriva l'uso per ogni capoeirista di un apelido, un soprannome), spesso violenta e praticata solo nelle strade da individui malfamati, schedati appunto dalla polizia come capoeiristas.
Nel 1930 la politica nazionalistica del presidente/dittatore Getúlio Vargas, in cerca di uno sport da promuovere come sport nazionale, diede l'opportunità a Mestre Bimba di riscattare la fama negativa della capoeira mediante lo stile di "Lotta Regionale di Bahia", da lui ideato. Nel 1932 gli venne permesso di aprire la prima academia nella quale impose anche delle regole di disciplina per ripulire la cattiva immagine che l'opinione pubblica aveva della capoeira. Dopo una pubblica esibizione di Mestre Bimba e dei suoi allievi finalmente lo sport ebbe il suo riscatto, e cominciò la sua lenta ascesa.

Nel 1974 la capoeira è stata riconosciuta come sport nazionale brasiliano. Alla fine del 1979 Mestre Canela lascia il Brasile alla volta dell'Europa assieme a Mestre Zè-Maria ed altri artisti dell'arte e cultura brasiliana. Nel 1980 girando per l'Europa non trova gruppi di capoeiristi e, per mantenere la forma e l’allenamento, decide di confrontarsi con le realtà delle arti marziali praticate nelle varie nazioni partecipando ad incontri di karate, kung-fu e full-contact. Nel 1982, una volta stabilitosi a Viterbo, come buon auspicio alla divulgazione della capoeira in Italia, costituisce un gruppo al quale dà lo stesso nome del suo primo gruppo fondato a Rio de Janeiro dieci anni prima: nasce così a Viterbo il gruppo di capoeira Mangangà.


sabato 4 gennaio 2014

La danza del Sole




Questa danza viene eseguita dagli indiani d’America delle pianure, come venerazione religiosa verso il sole. Essa ha raggiunto la maggior popolarità nel XIX secolo ed era organizzata in estate con la durata di otto giorni. La cerimonia era composta nel erigere un palo centrale che simboleggiava il sole, dove chi voleva poteva purificarsi con autolesionismo o torture varie. Per questo tipo di violenza fisica questa cerimonia fu osteggiata dai missionari e proibita dal governo degli Stati Uniti nel 1904. Alcuni gruppi praticano ancora questa cerimonia ma senza auto-violenza e in forma ridotta mantenendo i suoi aspetti spettacolari. Qui sotto un link video di youtube che descrive questa danza:

https://www.youtube.com/watch?v=EK4fCv5ekzI




venerdì 3 gennaio 2014

La danza Escetà





La danza escetà è una danza delle tribù eritree, dove ogni tribù ha una caratteristica danza ma con elementi comuni a tutte le altre. Per esempio Gli uomini bileni seguono con un bastone il ritmo della musica, le donne avanzano con il capo all’indietro e il seno in avanti fremente, poi muovono la testa a destra e sinistra e i lunghi capelli acconciati a treccioline percuotono le guance delle danzatrici. I Beni Amer, sempre con bastoni, fendono l’aria con salti acrobatici. I Cunama saltellano anch’essi con un bastone in mano e battono a tempo e all’unisono con forza il terreno; quest’ultima etnia ha poi una sua suggestiva danza della pioggia. I Rasciaida danzano divisi in soli uomini e sole donne. Questa danza è detta delle spalle, perché i movimenti principali che si eseguono son composti dalle spalle che vanno su e giù, avanti e indietro. Questo modo di ballare esprime una completa gamma di sentimenti come : l’amore, l’odio, passione, gioia, estasi, tormento, e allusione. Questo espressione del sentimento dipende dalla fantasie del danzatore e dal suo stato d’animo. La danza è collettiva, di uomini e donne, di soli due uomini o di un uomo e una donna, disposti a cerchio o a semicerchio attorno allo “zefagn”, il suonatore; questi inizia un motivo, il coro risponde, comincia il battito ritmato delle mani, i ballerini si lasciano andare a salti acrobatici e movimenti ritmici delle spalle che condurranno al “schischità”: il coro saltella nello stesso posto e i danzatori esprimono i loro sentimenti con il linguaggio delle spalle, dando origine a un simbolismo, forse a noi incomprensibile, che rimane il segreto inviolato di questa terra.

La danza Kabil





La danza Kabil è celebrata tradizionalmente in concomitanza della raccolta delle olive da parte dei berberi Algerini (i quali si considerano “uomini liberi”) . Tra le montagne della Cabilia risuononoi tamburi tbal e bendir mentre le donne con fare gioioso e con dei splendidi foulard  accompagnano queste percussioni con balli grintosi. Questa danza è per lo più femminile, ed è composta da movimenti omogenei basati da spinte vigorose del bacino, con accenti rapidi e secchi dei fianchi. I foulard colorati mossi dalle danzatrici accompagnano il ritmo della danza, oltre ai foulard, raramente vengono usate delle anfore tenute in equilibrio nella testa. La musica cabila ha origini turche, ma approdata tra le montagne algerine diede vita a questo stile di ballo dando a esso un’aria sognatrice.