Questo tipo di danza è stata introdotta recentemente tra le
danze mediorientali, ed è una versione nuova e più amplificata rispetto all’utilizzo
dei ventagli Fan Veills. La danza consiste nell’utilizzo di una specie di mantello di stoffa, formato
da delle pieghettature simile ad un ventaglio e con delle estremità rigide atte
al maggior controllo delle mai che indirizzano i vari movimenti del mantello
aprendolo e richiudendolo come lo sbattere alare degli uccelli. Questo modo di
ballare composto da questo velo e le dolci movenze della danza del ventre,
riesce dare un impatto scenico molto bello e molto divino, e questo fa si che
venga attribuito in onore il nome di Iside. Sotto un esempio video:
Blog di tutti i balli esistenti al mondo, con commenti personali. Si parte dai balli antichissimi africani, fino ai nuovi tipi di ballo moderno.
venerdì 31 gennaio 2014
giovedì 30 gennaio 2014
Danza Manì
Questa danza chiamata così nella zona di Las Villas (Cuba),
è molto simili alla capoeira Brasiliana, o alla laghia della Martinicca, o al
Mayoleur della Guadalupa. Essa quindi consiste in una specie di lotta simile al
“pugilato danzato” (definizione di Roger Bastide) . Questo ballo è di origine
africana Bantù ed arrivò a Cuba tramite gli schiavi provenienti dall’Angola
importati nell’isola. Anche il Manì come la capoeira subì delle repressioni e
censure da parte degli schiavisti, per via della pericolosità lesiva nello
svolgersi, che ledeva la forza lavoro degli schiavi nella pratica di questa
danza.
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mercoledì 29 gennaio 2014
Il Didgeridoo
Questo è strumento chiamato anche didgeridù, didjeridoo o
didjeridu da noi occidentali, è molto antico ed è usato dagli aborigeni
australiani. In Australia viene chiamato con almeno 50 nomi diversi per via
delle numerose etnie che popolano il paese. Il Didgeridoo è uno strumento a
fiato, quindi è classificato nella categoria degli aerofoni ad ancia
labiale(ancia=sottile linguetta mobile la cui vibrazione fa suonare gli
strumenti a fiato). Può avere forme variabili: le più comuni sono quelle
coniche, con un progressivo allargamento della colonna interna a partire dal
lato dell'ancia; molto usata è anche la forma perfettamente cilindrica. Non è
insolito comunque, trovare anche
strumenti di forma irregolare, contorta. La lunghezza è anch’essa variabile e
và generalmente da un metro e mezzo a
due e mezzo. Il legno utilizzato per la sua costruzione è composto da un ramo
di eucalipto incavato, scortecciato, ripulito e accuratamente rifinito. Lo
strumento viene poi decorato a mano con pitture della mitologia aborigena. Gli aborigeni
utilizzano questo strumento non solo come strumento a fiato, ma anche come
strumento a percussione utilizzando dei bastoncini di legno o il Boomerang, e
viene suonato con la tecnica della respirazione circolare.
sotto un esempio video:
martedì 28 gennaio 2014
Forrò del nord-est
Questo stile di forrò è molto più sensuale a ritmo lento,
dove spesso la coppia si lascia andare a delle piccole coccole. Infatti spesso
si sente dire nel testo delle canzoni che è importante farlo “coladinhos” o “agarradinho”
che tradotto significa appiccicati. Un’altra
caratteristica di questo forrò è il puntare i piedi durante il ballo, e anche
questa tecnica è eseguita con i corpi dei ballerini molto vicini trasmettendo
molta sensualità. Di seguito vi consiglio di guardare il link di questo video: http://www.youtube.com/watch?v=LUInw5zrasM
lunedì 27 gennaio 2014
Danza Zeibekiko
Questa danza greca è molto famosa ed è di origine turca. In Turchia essa si
balla in gruppo, mentre a Cipro viene ballata dalle donne, ma in Grecia è
considerato più un ballo individuale. Come ballo individuale è sempre
differente e dipende dalla fantasia del ballerino. In Grecia è ballato da soli
uomini e bastano solo 4 metri quadrati di pavimentazione stabile per praticarlo.
Il zeibekiko non viene mai ballato sulla nuda terra e raramente all’aperto. La
musica può essere veloce o lenta, con la musica veloce (adatta più ai giovani)
ci son passi saltellanti, che attraversano la pista camminando velocemente.
Questo ballo non ha passi codificati per cui è molto vario e assume tantissimi
stili personali. Il zeibekiko si balla con i piedi e con le mani, il ballerino
deve stare dritto e fare delle serie di passi come un albero scrollato, può
abbassarsi ,fare una giravolta, battere il palmo sui talloni o fare l’ubriaco.
Fino a qualche tempo fa il zeibekiko aveva figure molto più complesse e
difficoltose come il tenere con la bocca il tavolo, alzandolo tutto con i
piatti e i bicchieri, o ballando con i coltelli in mano. Il modo di ballare del
vecchi zeibekiko era tagliente e marcato.
Qui sotto un video:
domenica 26 gennaio 2014
Danza dei guerrieri “Cani Pazzi”
Nella tribù dei Kiowa dieci guerrieri Chiamati Ko-et Senko
eseguono una danza di guerra. Essa consiste nel mimare le gesta nelle battaglie.
La danza inizia con un furtivo incedere seguendo le tracce del nemico. Successivamente
“scovato” il nemico si passa all’assalto all’accampamento. A un certo punto si
vedrà un guerriero che si butterà a terra irrigidendosi, il gesto rappresenta
la volontà nel combattere fino alla morte. A quel punto si intona il canto di
morte del Cane Pazzo. Al termine della danza, con il ritorno dei guerrieri alla
tribù, inizierà subito un’ altra danza di festa , La danza degli Scalpi.
giovedì 23 gennaio 2014
Danza con i Fan Veils
I fan veils sono dei
ventagli di stoffa di origine cinese creati agli inizi del 900. Questi ventagli
stanno diventando sempre più usati tra le danzatrici del ventre. Questo avvenne
grazie alla contaminazione cinese dovuta a varie esibizioni effettuate negli Stati
Uniti. Nel 2003 un intrepida danzatrice americana inizio ad aggiungerli nella danza
mediorientale. I ventagli son composti
da una stoffa di seta lunga oltre un metro e spesso han un colore sfumato. Durante il
loro utilizzo essi si muovono producendo una scia colorata molto spettacolare,
ricordando il movimento delle fiamme. La ballerina per utilizzare questi
ventagli deve avere molta sensibilità e accortezza , i gesti devono quindi
essere calibrati in maniera adeguata. I ventagli usati son due e quelli di
buona qualità son speculari e quindi si adattano benissimo alle mani , mentre
quelli mediocri di solito son comodi da usare solo in una mano. Si suggerisce
per il ripiego dei fan velis di arrotolarli attorno all’asta e di fare
attenzione di non bagnarli. Se la seta si bagnasse è facile che si stacchi dal
supporto in legno.
mercoledì 22 gennaio 2014
OBBATALA’
Questa divinità detta anche Obatalà, Oxalà, Ochalà, è un’amante
di tutto ciò che è puro, bianco e pulito,
ed è il dio che riesce a evitare le liti tra tutte le altre divinità Orisha. Obbatalà
è considerato il grande padre (o madre perche ha entrambe le sembianze ) che ha
assistito alla creazione e che ha ordinato a Oloddumare di creare tutta l’umanità. Obbatalà fu il primo a
scendere sulla terra e creò le terre emerse, sul punto in cui cadde sorse la
città di Ife a lui consacrata. Veste di bianco perché il bianco comprende tutti
i colori della luce e quindi tutte le divinità. In Brasile è chiamato Oxala
Dolokum, mentre è sincretizzato nella Nostra Signora della Misericodia nella
religione cristiana. E’ considerato un guerriero pacifico, di giustizia, e ha anche potere terapeutici. Lo si festeggia il 24 settembre o il 25
dicembre è il suo simbolo è una coda di cavallo ricoperta di conchiglie da
cipria. I suoi numeri sono l'8 e i suoi multipli compreso il 38. Il suo giorno
è la domenica.
Qui un esempio di danza in onore alla divinità:
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martedì 21 gennaio 2014
WANGGA
Wangga, talvolta scritto come Wongga è un genere musicale australiano indigeno che
nacque nella zona nord-est dell’Australia. I veri creatori di questo stile musicale è il popolo Yolngu che risiede
nella Terra di Arnhem. Si dice che i
cantautori compongano le loro canzoni mentre “sognano” uno spirito morto per
cui il tema più principale delle canzoni e dei rituali di danza riguarda la morte e la
rigenerazione. Sotto un video dove si mostra la preparazione alla danza: http://www.youtube.com/watch?v=7B7XlmnGn_g
lunedì 20 gennaio 2014
Forrò Universitario
Questo tipo di forrò chiamato anche “College forrò”, è un
particolare stile che nacque nello Stato di São Paulo negl’anni ’90. Furono gli
studenti gl’autori che formando delle nuove bande si misero a mescolare il
forrò originario con altri generi musicali come: Punk Rock, rock, reggae e funk. Questa
fusione musicale diede più ritmo ,ballabilità e vivacità al forrò e si sviluppo
nel contesto delle feste universitarie espandendosi così pian piano in tutto il
Brasile. I temi principali del forrò universitario indubbiamente sono temi
appartenenti all’amore, feste, alcol, temi
appartenenti ai giovani studenti ricchi di vitalità e voglia di vivere. I principali passi della danza sono Dobradiça,
caminhada, Comemoração, Giro Semplici e Oito. Vi allego sotto un link di una
radio dove potrete ascoltare alcuni brani di questo splendido stile musicale:
http://www.lastfm.com.br/listen/globaltags/forro%20universitario
domenica 19 gennaio 2014
venerdì 17 gennaio 2014
Danza dei sufi dei dervisci rotanti
Il termine Derviscio deriva dal persiano e arabo, il suo
significato letteralmente indica la
povertà, l’essere povero, e indica i discepoli di alcune confraternite
islamiche (turuq). In pratica i dervisci
sono asceti che vivono in mistica povertà, simili ai frati mendicanti
cristiani e si tratta di un termine afferente a molte generiche confraternite
islamiche sufi. Le danze sacre sono la più antica forma di trasmissione dei
"misteri" che essi affermano pervenuti all'uomo dall'antichità, e
quanti sono ammessi a un tale esercizio passano attraverso un insegnamento
speciale che prevede una lunga preparazione. La danza roteante o turbinante non
viene pubblicamente eseguita in forma completa ma in certe tekkè (luoghi di
raduno delle confraternite) i più anziani considerano l'uso di eseguirla
equivalente alla lettura di libri che espongono i misteri del tempo antico. Un
approccio simile è rintracciabile nelle danze sacre indiane, come ad esempio
Kathakali, in cui una diversa posizione della mano o del piede trasmette una
diversa informazione e per questo il pubblico deve essere addestrato alla
comprensione della danza, che in questo caso non può essere lasciata
all'impressione soggettiva. Contemporaneamente alla rappresentazione, un
Derviscio compie un particolare esercizio interiore che ha il fondamentale
compito di accelerare complessivamente la frequenza del ritmo di lavoro del
proprio organismo, e impedire allo stesso tempo di creare squilibri tra le
varie parti del corpo, specialmente tra il centro di "coordinazione
motoria", il centro "intellettivo" e quello
"emozionale". Dopo anni di esperienza, orientando i propri sforzi in
questa direzione, pare che un Derviscio acquisisca, in uno stato di
"super-coscienza", una speciale proprietà fondata sull'equilibrio
dell'attività del proprio organismo, raggiungibile per attimi via via sempre
più duraturi, col fine di renderlo uno stato permanente. Questa è chiamata la
"Comunione con Allah". La differenza tra le danze dei Dervisci e
quelle rituali afro-americane consiste maggiormente nel fatto che l'obiettivo
di queste ultime è l'entrata in uno stato alterato di coscienza, scatenato
dall'ossessività dei movimenti sincopati dal suono, all'interno del quale il
danzatore non ha alcun controllo su di sé, né cognizione delle circostanze,
creando però, secondo le credenze, un contatto speciale con le "forze
superiori". Oltre alla danza roteante esistono altri tipi di danze, tutte
caratterizzate da una grande attenzione a particolari apparentemente
insignificanti. Nel loro apprendistato, che dura diversi anni, i futuri
Dervisci vengono addestrati da sapienti maestri con tecniche molto raffinate;
una di queste prevede l'utilizzo di un marchingegno molto curioso, simile ad un
albero: dalla sua base, generalmente in legno, si dipartono due o più rami dai
quali a loro volta se ne dipartono altri ancora, e così via per un numero
preciso di volte; ogni segmento è collegato all'altro tramite sfere, in genere
d'avorio, risultando così un meccanismo affine a quello delle articolazioni
scheletriche, capace di assumere numerose combinazioni di posizioni.
Coll'ausilio di questo speciale strumento i monaci mostrano le posizioni che i
discepoli dovranno imitare e sostenere per svariate ore, completamente
immobili, con l'obiettivo di imparare a "sentirle" dentro se stessi.
A questo generalmente si aggiungono delle operazioni mentali
da svolgere durante l'esercizio in una determinata successione.
Oggi i dervisci roteanti sono spesso semplici danzatori che
si esibiscono per i turisti, soprattutto in Turchia e in Egitto, così come i
fachiri in India. A questo proposito è utile sottolineare che mentre la
religione del "pensiero" si sviluppava in Oriente e in Occidente il
culto si fondava sulla Fede, ovvero sul "sentimento", nel Sud del
mondo la religione, nelle sue varie forme, ha tendenzialmente assunto un
carattere fisico, dove il "Corpo" era il punto di partenza. Spesso
infatti si afferma che un vero fachiro e un vero Derviscio sono in sostanza la
stessa cosa, ovvero - da questo punto di vista - due esempi di lavoro religioso
incentrato sul corpo fisico.
Qui sotto un esempio video per turisti:
mercoledì 15 gennaio 2014
ODDUA
Anch’esso una delle principali divinità della religione
Yoruba, è anche conosciuto in altri paesi con il nome di Odudua, Odua, Oodua . Oddua è u un orisha a
cui viene attribuita la creazione, nel sincretismo cristiano è visto in come
Gesù Cristo. Lui vive nel profondo buio della notte e ha un solo occhio
fosforescente, in pratica è considerato come una massa enorme e spirituale che
non ha forma, e è lui il fondatore della
teologia Yoruba, l suo nome deriva Oduduwa (Lord dell'altro mondo o la nostra
destinazione). Oddua rappresenta i misteri ei segreti della morte. I simboli di Oddua sono: un cofanetto d’argento,
un lucchetto. Oddua rappresenta la continuazione e la trasformazione del potere
spirituale dopo la morte di eggun moto.
martedì 14 gennaio 2014
IL CORROBOREE “spettacoli e danze aborigene”
Il Corroboree è un evento dove gli aborigeni australiani interagiscono con il Dreamtime attraverso la
danza, la musica e il costume. Gli aborigeni con i loro corpi dipinti in vari
modi, con vari ornamenti e vestiti iniziano questa cerimonia tradizionale
composta da diversi spettacoli. La parola corroboree infatti è un termine
generico per spiegare diversi generi di
spettacolo che nel nord-ovest dell'Australia includono Balga, wangga , lirrga,
Junba, Ilma e molti altri. In tutta l'Australia la parola corroboree
abbraccia canti, balli, raduni e incontri di vario genere. In passato un
corroboree è comprensivo di eventi sportivi e altre forme di indicazione. Si tratta di una parola inglese appropriata che è stata fatta propria
per spiegare una pratica che è diversa dalla cerimonia e più ampiamente inclusiva
di teatro o dell'opera. La parola corroboree è stata coniata dai coloni europei
australiani, a imitazione di una costa orientale locale aborigena australiana
parola caribberie. Ci sono comunque altre parole generiche per descrivere
esibizioni pubbliche tradizionali: juju e kobbakobba per esempio. Nel Pilbara ,
corroboree sono Yanda o jalarra . Dall'altra parte del Kimberley la parola
Junba viene spesso usato per riferirsi ad una serie di spettacoli e cerimonie
tradizionali.
Qui sotto un esempio di spettacolo aborigeno:
lunedì 13 gennaio 2014
IL Frevo
Questo stile musicale e di danza è originario dello Stato
del Pernambuco (nordest del Brasile, ed è derivato dalla marcia e dal maxixe). Questo stile nacque alla fine
del XIX secolo nella città di Recife in concomitanza del carnevale di
Pernambucano ed è caratterizzato da un ritmo accelerato. Le sue origini
derivano dai tafferugli che si venivano a creare durante il carnevale. Spesso
venivano assoldati dai carri in maschera, dei gruppi, con lo scopo di garantire
il passaggio alle sfilate, disponendoli in testa consentendo di farsi largo
sulla strada con calci a ritmo musicale. Questa danza nel 2012 è entrata a far
parte del Patrimoni orali e immateriali
dell'umanità dell'UNESCO.
Successivamente si è sviluppata in vari stili, ad esempio
troviamo:
-
Frevo de Bloco : interpretato dalle orchestre con i propri ballerini e coristi
-
Frevo canção:
lo scopo è quello del canto con
intonazioni e motivi speciali
-
Frevo de rua: quello proprio del carnevale per
imobilizzare la folla
Recentemente è stato possibile riscontrare
altri tipi di frevo, como il Frevo Fusión, che mescola il frevo con il jazz
contemporaneo, con la musica dotta contemporanea o con altre forme di musica
latinoamericana come la andina, la centroamericana e la rioplatense. Dall'altra
parte si è arrivati a mescolare il frevo con il rock o con hip hop. Alla fine,
esiste una nuova tendenza chiamata Frevo Opus Dei, caratterizzata da un maggior
conservatorismo nelle parole, nell'intonazione e nella melodia, tutto
caratterizzato da un linguaggio neo cattolico.
Tipo di frevo:
domenica 12 gennaio 2014
Danza tradizionale maschile del Nord e del Sud in posizione Eretta
Questa Danza è narratrice degli episodi di guerra originari
della regione nord delle Grandi Pianure. Questa danza è accompagnata da un
canto al quale sussegue la
rappresentazione furtiva e di perlustrazione della ricerca del nemico e poi al
lanciarsi alla carica nella battaglia. Sussegue un’altra danza detta anche del “gentiluomini”
che come base ha la rappresentazione e il racconto di un furto di cavalli.
sabato 11 gennaio 2014
Poesia di riflessione
chi non cambia la marca o colore dei vestiti,
chi non rischia,chi non parla a chi non conosce.
Lentamente muore chi evita una passione,
gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare!
una splendida felicità."
BALLATE,
BUTTATEVI,
VIVETE,
AGITE!!!
BUTTATEVI,
VIVETE,
AGITE!!!
venerdì 10 gennaio 2014
Danza degli Himba
La danza Ondjongo degli himba (popolo della Nabibia) deve
essere eseguita da un proprietario di bestiame ed è proprio rappresentante della cura degli animali. Ma
questa danza è praticata anche dalle donne il giorno prima delle loro nozze . Le
donne si ricoprono il corpo di ocra rossa e grasso misto a erbe e resina,
ottenendo un colore che simboleggia la terra e il sangue, ossia la vita. Se voletete maggiori info su questo popolo vi invito a dare un' occhiata a questo link: http://www.sancara.org/2011/01/popoli-dafrica-himba.html
giovedì 9 gennaio 2014
Tamburo Bendir
Danza dei Salii
Questa danza maestosa è considerata una tra le più sacre
dell’impero romano, deriva dal verbo latino “salire” cioè danzare. I sacerdoti
chiamati appunto Salii praticavano questa danza in onore al dio Marte. La danza
era eseguita durante ad una complessa cerimonia pubblica fatta nei mesi di
marzo e ottobre, all’inizio della stagione della guerra. La cerimonia
consisteva in una lunga processione che durava per 20 giorni, durante la quale,
su luoghi già designati, i sacerdoti iniziavano a danzare battendo le lance sugli
scudi e inneggiando una canzone. Secondo la tradizione, la processione era
stata istituita dal re Numa Pompilio
e aveva lo scopo di mostrare pubblicamente i dodici scudi sacri. Era una danza
collettiva eseguita su un ritmo ternario, con due cori (degli anziani e dei
giovani) che ripetevano i movimenti di una solista girando in cerchio al ritmo
dei colpi battuti sugli scudi.
mercoledì 8 gennaio 2014
ORULA
Orula (chiamato anche Orunmila), è l’Orisha della saggezza,
della conoscenza e della divinazione. E’ venerato principalmente nell’ovest
dell’Africa, a Cuba, Brasile e negli Stati Uniti. I suoi seguaci e sacerdoti
son conosciuti con il nominativo di “Babalawo”.
In Africa Orula è riconosciuto come uno spirito primordiale presente al momento
della creazione, e che discende in mezzo agli uomini come un sacerdote per
insegnare una forma avanzata di
conoscenza e dell'etica spirituale. Nella religione Yoruba è uno spirito che
conosce il destino di ogni uomo ed è l’incarnazione dela conoscenza e della
saggezza di Ifà. Inoltre Orula Lavora con erbe e radici per
curare le persone. I suoi colori sono il giallo e il verde, e il suo eleke
(collana di perline) è fatto di perline gialle e verdi, alternate.
Orula
protegge contro la malattia mentale e la pazzia. Nella religione cattolica, è sincretizzato con San Francesco d'Assisi, la cui festa è il 4 ottobre.
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martedì 7 gennaio 2014
La musica degli Aborigeni australiani
Molto differente da quella dei negriti, la cultura degli
aborigeni australiani è molto antica e profonda, si tratta di una cultura
prevalentemente legata ai riti magico religiosi, e riti musicali molto ricchi e
complessi; come si può ben capire anche la musica è legata alla religione. Ciò
che sorprende è anche il loro tenore di vita, molto rozzo e arretrato, è
caratterizzato dal fatto di essere nomadi e di ignorare la pastorizia e
l'agricoltura e si servono di piccoli utensili fatti con mezzi di fortuna (pietre,
legname e fango ecc.); eppure la loro organizzazione è una delle più progredite
del mondo primitivo.I canti e i balli degli australiani appaiono sempre come se
fossero la risposta alle esigenze segrete di un "essere" superiore.
Le parole vengono cantate in registro grave e vengono pronunciate molto
velocemente e a bassa voce, per non farsi sentire dagli spiriti maligni. Gli
aborigeni fanno una profonda distinzione fra la musica sacra e quella profana,
ma cambiano solo i temi e le parole. Uno degli strumenti principali che da
sempre fanno parte della cultura aborigena è il didjeridu.
lunedì 6 gennaio 2014
Storia della Capoeira
La capoeira (pronuncia portoghese: kapuˈejɾɐ) è un'arte
marziale brasiliana creata principalmente dai discendenti di schiavi africani
nati in Brasile con influenza indigena brasiliana, caratterizzata da elementi
espressivi come la musica e l'armonia dei movimenti (per questo spesso
scambiata per una danza).
La storia della capoeira è molto complessa e difficile da
tracciare in maniera precisa, soprattutto per la carenza di documenti scritti
al riguardo e per la loro distruzione dopo l'abolizione della schiavitù in
Brasile; di certo sappiamo che trae le sue origini dalla mescolanza di rituali
di lotta e danza di alcune tribù africane già colonie dei portoghesi, catturate
e fatte schiave in massa per essere deportate in Brasile. I primi documenti che
parlano di capoeira risalgono al 1624, si tratta di diari dei capi di
spedizione incaricati di catturare e riportare indietro gli schiavi neri che
tentavano di scappare. Questi documenti fanno riferimento ad uno strano modo di
combattere, "usando calci e testate come fossero veri animali
indomabili". Il mito diffuso è che la capoeira fosse un modo per gli
schiavi di allenarsi a combattere dissimulando, agli occhi dei carcerieri, la
lotta con la danza. Questo può essere vero solo per uno stadio molto primitivo
del suo sviluppo, perché in realtà la pratica della capoeira a partire dal 1814
venne vietata agli schiavi, assieme ad altre forme di espressione culturale,
principalmente per impedirne l'aggregazione, anche se alcune fonti dicono che
questa forma di arte marziale ha continuato ad esistere e svilupparsi
considerando il fatto che sia sopravvissuta fino ai nostri giorni. Il 1888 fu
l'anno di liberazione dalla schiavitù, ma gli schiavi liberati non ebbero modo
di integrarsi facilmente nel tessuto socio-economico. Specie nelle grandi
città, molti di loro si diedero al crimine per sopravvivere, facendo spesso
ricorso alla capoeira negli scontri con altri delinquenti o con la polizia. La
capoeira fu quindi presto associata alla delinquenza di strada, tanto da venire
proibita a livello nazionale già dal 1892. La pratica della capoeira rimase
clandestina (da questo deriva l'uso per ogni capoeirista di un apelido, un
soprannome), spesso violenta e praticata solo nelle strade da individui
malfamati, schedati appunto dalla polizia come capoeiristas.
Nel 1930 la politica nazionalistica del presidente/dittatore
Getúlio Vargas, in cerca di uno sport da promuovere come sport nazionale, diede
l'opportunità a Mestre Bimba di riscattare la fama negativa della capoeira
mediante lo stile di "Lotta Regionale di Bahia", da lui ideato. Nel
1932 gli venne permesso di aprire la prima academia nella quale impose anche
delle regole di disciplina per ripulire la cattiva immagine che l'opinione
pubblica aveva della capoeira. Dopo una pubblica esibizione di Mestre Bimba e
dei suoi allievi finalmente lo sport ebbe il suo riscatto, e cominciò la sua
lenta ascesa.
Nel 1974 la capoeira è stata riconosciuta come sport
nazionale brasiliano. Alla fine del 1979 Mestre Canela lascia il Brasile alla
volta dell'Europa assieme a Mestre Zè-Maria ed altri artisti dell'arte e
cultura brasiliana. Nel 1980 girando per l'Europa non trova gruppi di
capoeiristi e, per mantenere la forma e l’allenamento, decide di confrontarsi
con le realtà delle arti marziali praticate nelle varie nazioni partecipando ad
incontri di karate, kung-fu e full-contact. Nel 1982, una volta stabilitosi a
Viterbo, come buon auspicio alla divulgazione della capoeira in Italia,
costituisce un gruppo al quale dà lo stesso nome del suo primo gruppo fondato a
Rio de Janeiro dieci anni prima: nasce così a Viterbo il gruppo di capoeira
Mangangà.
sabato 4 gennaio 2014
La danza del Sole
Questa danza viene eseguita dagli indiani d’America delle
pianure, come venerazione religiosa verso il sole. Essa ha raggiunto la maggior
popolarità nel XIX secolo ed era organizzata in estate con la durata di otto
giorni. La cerimonia era composta nel erigere un palo centrale che
simboleggiava il sole, dove chi voleva poteva purificarsi con autolesionismo o
torture varie. Per questo tipo di violenza fisica questa cerimonia fu
osteggiata dai missionari e proibita dal governo degli Stati Uniti nel 1904. Alcuni
gruppi praticano ancora questa cerimonia ma senza auto-violenza e in forma
ridotta mantenendo i suoi aspetti spettacolari. Qui sotto un link video di youtube che descrive questa danza:
https://www.youtube.com/watch?v=EK4fCv5ekzI
https://www.youtube.com/watch?v=EK4fCv5ekzI
venerdì 3 gennaio 2014
La danza Escetà
La danza escetà è una danza delle tribù eritree, dove ogni
tribù ha una caratteristica danza ma con elementi comuni a tutte le altre. Per
esempio Gli uomini bileni seguono
con un bastone il ritmo della musica, le donne avanzano con il capo
all’indietro e il seno in avanti fremente, poi muovono la testa a destra e
sinistra e i lunghi capelli acconciati a treccioline percuotono le guance delle
danzatrici. I Beni Amer, sempre con
bastoni, fendono l’aria con salti acrobatici. I Cunama saltellano anch’essi con
un bastone in mano e battono a tempo e all’unisono con forza il terreno;
quest’ultima etnia ha poi una sua suggestiva danza della pioggia. I Rasciaida
danzano divisi in soli uomini e sole donne. Questa danza è detta delle spalle, perché
i movimenti principali che si eseguono son composti dalle spalle che vanno su e
giù, avanti e indietro. Questo modo di ballare esprime una completa gamma di
sentimenti come : l’amore, l’odio, passione, gioia, estasi, tormento, e
allusione. Questo espressione del sentimento dipende dalla fantasie del
danzatore e dal suo stato d’animo. La danza è collettiva, di uomini e donne, di
soli due uomini o di un uomo e una donna, disposti a cerchio o a semicerchio
attorno allo “zefagn”, il suonatore; questi inizia un motivo, il coro risponde,
comincia il battito ritmato delle mani, i ballerini si lasciano andare a salti
acrobatici e movimenti ritmici delle spalle che condurranno al “schischità”: il
coro saltella nello stesso posto e i danzatori esprimono i loro sentimenti con
il linguaggio delle spalle, dando origine a un simbolismo, forse a noi
incomprensibile, che rimane il segreto inviolato di questa terra.
La danza Kabil
La danza Kabil è celebrata tradizionalmente in concomitanza
della raccolta delle olive da parte dei berberi Algerini (i quali si considerano “uomini liberi”) . Tra le montagne della
Cabilia risuononoi tamburi tbal e bendir mentre le donne con fare gioioso e con
dei splendidi foulard accompagnano
queste percussioni con balli grintosi. Questa danza è per lo più femminile, ed
è composta da movimenti omogenei basati da spinte vigorose del bacino, con
accenti rapidi e secchi dei fianchi. I foulard colorati mossi dalle danzatrici
accompagnano il ritmo della danza, oltre ai foulard, raramente vengono usate
delle anfore tenute in equilibrio nella testa. La musica cabila ha origini
turche, ma approdata tra le montagne algerine diede vita a questo stile di
ballo dando a esso un’aria sognatrice.
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