sabato 30 novembre 2013

Stili dei balli Medio-Orientali






Per una maggior conoscenza della danza orientale, occorre classificare i numerosi stili in alcune categorie principali.
Stile danza orientale autentica con danza Hawzi Caratterizzato da movimenti eleganti, ampi e dolci, la danza viene resa fluida grazie al coinvolgimento armonico del corpo della danzatrice.
Stile Šarqī Lo stile Šarqī, inizialmente legato alla tradizione di danze ballate nelle corti islamiche, si evolve nei primi decenni del Novecento. Le interpreti dei cabaret egiziani iniziarono a ricorrere a coreografie e all'utilizzo di strumenti quali il velo, il candelabro e le scarpe col tacco, introducendo inoltre passi derivanti dal balletto classico come l'arabesque e lo chassé.
Stile Baladī
È uno stile caratterizzato dalla movenza del bacino carica di intensità. I movimenti delle braccia sono meno ampi e svolazzanti rispetto a quelli dello stile Šarqī. Si prediligono le camminate con il piede a terra e non in mezza punta come nello stile classico. Lo stile Baladī è una danza popolare cittadina che nasce dall'incontro della popolazione rurale con quella urbana.
Stile  Ša'abī
La danza Ša'abī è legata alla terra, caratterizzata dalla spontaneità, semplicità e allegria. Lo stile Ša'abī è lo stile popolare egiziano. Le danze popolari comprendono repertori zingari (ġawāzī) e delle campagne (fellahī). La variante egiziana è quella interpretata con il bastone, chiamata sayydī.
Stile Danza di Iaset: 
Questo stilo è stato creato nel 1993 in Brasile dall'insegnante di ballo Regina Ferrari come una rappresentazione artistica della danza dell'Antico Egitto, con simbolismo fittizio e immaginario. Non è una danza con finalità esoterica, da essere utilizzata nei riti di magia. Questa danza è composta con i movimenti della danza del ventre arabo, mescolati con i passi del balletto classico e una interpretazione fittizie per ogni movimento. Ci sono diverse coreografie con l'uso di vari veli, fino a nove, che portano la sensazione di mistero, però non c'è nessun legame tra le coreografie create e la vera danza praticata nei riti di magia nell'Antico Egitto.
La proposta è di promuovere gioa, e il benessere delle donne, portando la bellezza e la femminilità verso questa arte.

Sviluppo della danza mediorientale






Nei villaggi algerine, la danzatrice professionista è CHATTAHA. Dei popoli nomadi di Oulad Nail, Qui abbiamo grande nomi El Hasnawia, Jamila Atabou, Warda Chawuiya, Saliha , Taous, Khoukha Che hanno avuto un successo notevole in Siria e soprattutto in Egitto. La maestra di Samia Gamal è stata Khoukha di origine algerina in preciso da Orano la città di Cheikha Rimiti.
La bibliografia di riferimento, si basa prevalentemente sulle opere redatte dai "visitatori" occidentali che nel secolo scorso esplorarono, avidi di sapere un mondo straordinario ed a loro quasi sconosciuto. L'opera che a mio avviso costituisce la pietra miliare sulle "riscoperte" per uno studio delle tradizioni culturali dell'Egitto è sicuramente quella dell'inglese Eduard W. Lane. In questa opera un vero spaccato di vita sociale sono riportate utilissime informazioni sulla vita quotidiana in Egitto ai primi dell'Ottocento. Relativamente alla specifica trattazione, sulle danzatrici Ghawazee, esistono però diverse interpretazioni che, messe in relazione con altri testi dello stesso periodo, creano non poca confusione. Il punto in questione è rappresentato dalla confusione che nasce dalle due contemporanee ma ben distinte figure professionali quali le Almeh e le Ghawazee. Le prime, come già ampiamente descritto nella sezione a loro dedicata "Musica, canto e danza delle Almeh d'Egitto" a differenza delle Ghawazee, come appartenenti ad una più elevata classe sociale non erano solite esibirsi in rappresentazioni pubbliche e di strada. Cosa questa invece ampiamente frequente nelle narrazioni e gli incontri spesso riportati nelle bibliografie classiche di riferimento. Le Ghawazee
Senza approfondire troppo l'argomento vista la complessità, le contraddittorie e poco certe fonti di provenienza credo sia più logico accennare solo per grandi linee alle ipotesi formulate in merito alla presenza delle Ghawazee, come di altre popolazioni nomadi sia nel bacino del Mediterraneo che in Europa. Alcune teorie formulano l'ipotesi di una grande migrazione costituita da un possibile unico ceppo etnico ma linguisticamente diverso che abbandonando le regioni dell'Asia centrale mosse su direttrici diverse. Uno in direzione della penisola Arabica, con la successiva penetrazione nel territorio Nord Africano e forse attraverso questo proseguì l'accesso in Europa attraverso la Spagna.(Il nome inglese "Gipsy" e quello Spagnolo "Gitano", hanno infatti per lungo tempo fatto pensare alla possibile provenienza degli "zingari" dal territorio Egiziano - cosa anche questa ancora da dimostrare)
Un altro flusso, spostandosi invece verso le coste dell'Anatolia, risalì i Balcani per raggiungere il cuore dell'Europa Centrale. In questo caso la presenza di Zingari detti "Cingene" in territorio Turco è databile intorno al XII secolo e le successive migrazioni verso l' Europa centrale vengono indicate intorno al 1300.
A differenza di altre popolazioni zingare quali i cingene dei quali esistono ben documentate tracce della loro presenza durante la originaria espansione dell'Impero Ottomano, in quanto oltre che ad essere presentii nella vita sociale, facevano anche parte delle regolari truppe militari impegnate contro gli eserciti Cristiani, delle citate Ghawazee si hanno invece notizie molto più tarde e documentate solo a partire dalla fine del XVII secolo. Dal periodo della spedizione Napoleonica (1798) in poi, la presenza delle "Ghawazee" diviene sempre più ricorrente ed a loro si attribuisce la più viva tradizione popolare Egiziana nel settore della Danza.
Con l'arrivo delle truppe Napoleoniche al Cairo, come gia ampiamente illustrato, l'altra categoria di Danzatrici-musiciste, le Almee, abbandonò i luoghi di origine per non esibirsi alla presenza di un pubblico invasore e principalmente maschile. Questa condizione invece non turbò affatto le Ghawazee che contrariamente alle prime e per tradizione artiste di strada, familiarizzarono con le truppe Francesi. Lo stretto contatto con le truppe militari fu anche segnato da terribili episodi che portarono al conseguente allontanamento delle troppo "disponibili" danzatrici dalla città del Cairo.
Quattrocento Ghawazee furono "giustiziate" (decapitate e gettate nel Nilo) allo scopo di dare un esempio al fine di sedare i ripetuti incidenti che si verificavano tra le truppe. Questo atto di terribile "barbarie" legittimato dai generali francesi portò gradualmente tali personaggi, ritenuti scomodi ed indecorosi, agli occhi dell'invasore occidentale, verso l'allontanamento dai grandi centri. La "sorte" delle Ghawazee, ed il loro definitivo allontanamento dalla vita e le rappresentazioni nei grandi centri urbani quali Il Cairo, venne segnata dall'allora reggente Muhammed Ali, che nel 1834 ne ordinò l'allontanamento immediato verso le campagne e le città del sud, infliggendo pene severissime a chiunque contravvenisse al divieto imposto.
Di questa particolare condizione, creatasi assai fortunosamente, a trarne gran vantaggio furono i "Kocek (danzatori uomini, che in abiti femminili interpretavano danze e ruoli destinati alle donne), banditi anche loro nello stesso periodo per motivi di ordine pubblico dalla vicina Turchia dal Sultano Mahmut II. Quando, gli esuli "Kocek" arrivarono in Egitto si integrarono con un'altra schiera di danzatori "simili" e già presenti in Egitto, conosciuti con il nome di "Khawals". La presenza dei Khawals egiziani è stata anche documentata dallo scrittore E. W. Lane nel suo già citato testo. Questi nuovi "particolari" soggetti, i Kocek, furono rapidamente accettati, in quanto assai raffinati nel vestire, dai modi gentili e padroni nell'arte della danza, si integrarono ed a volte sostituirono le danzatrici Ghawazee allontanate dalle aree metropolitane. Non è poi affatto raro che in questo stesso periodo alcuni dei numerosi visitatori occidentali abbiano assistito a spettacoli di danza eseguiti da uomini credendoli delle "autentiche" danzatrici egiziane. Una analoga circostanza è anche descritta nel libro del 1929, The Woman of Cairo, dallo scrittore G. de Nerval che fu incredulo e stupefatto spettatore di uno spettacolo simile.
La condizione sociale delle Ghawazee, risulta dalle informazioni in nostro possesso, simile a quella di tutte le popolazioni "zingare", una vita prevalentemente relegata ai bordi delle società così dette più evolute. Anche in questo caso vale a dire nell'Egitto del XVIII secolo valeva la stessa regola e le Ghawazee appartenenti alla schiera delle tribù nomadi, viveva al di fuori dei grandi centri urbani in accampamenti provvisori. Distinguendosi dall'atra più "rispettabile" categoria quella delle Almee, le rappresentazioni delle Ghawazee, spontanee manifestazioni di strada, si avvalevano spesso,della collaborazione dei componenti maschile della tribù per l'accompagnamento musicale.
La discutibile "cattiva" reputazione di cui godevano tali danzatrici, malviste anche dagli esponenti religiosi, impediva loro l'accesso ai riservati Harem ed era ritenuto sconveniente, ospitare una "zingara" nella propria abitazione. Anche se in molte celebrazioni, quali matrimoni, circoncisioni ecc, veniva loro concesso di esibirsi ma quasi sempre in luoghi all'aperto. La reputazione delle Ghawazee non è di molto dissimile da quella che accomuna le Ouled Nail al pari di Danzatrici-prostitute.
La presenza iconografica di cui siamo in possesso, permette come già accennato, di porre l'attenzione anche su quelle che sono le caratteristiche sia del vestiario che della danza. In merito all'abbigliamento, anche in questo caso minuziosamente descritto da Lane e molti altri coevi autori e riccamente illustrato da grandi artisti quali Prisse e David Roberts nelle sue dettagliatissime litografie , risulta evidente la stretta somiglianza con l'abbigliamento dello stesso periodo in uso presso le Cingene Ottomane rappresentate nelle splendide miniature dell'artista Levni.
Il vestiario, prevedeva nelle sue diverse combinazioni l'uso variabile sia di un lungo che un corto abito. Quello lungo,detto "Yelek", che generalmente stretto in vita e dall'ampia scollatura era indossato lasciato aperto dalla vita sino ai piedi.Il più corto, più simile ad un coprpetto era lungo sino al giro vita e sempre dalla profonda scollatura era aderente in vita.
In quest'ultimo caso una gonna (Tob) veniva indossata in mancanza dell'abito lungo.Una aderente "camicetta" dalle ampie lunghe maniche era generalmente indossata sotto i due precedenti indumenti. Comune alle possibili varianti era sempre l'uso dell'ampio ed a volte decorato pantalone "shintyan" (harem pants). Immancabile naturalmente l'uso della fascia annodata sui fianchi, ricordo forse ancestrale degli antichi costumi rituali, emblema simbolico della dea Ishtar, le ricche decorazioni tra i capelli e la ricorrente mancanza di veli sul volto
Monili, bracciali, cavigliere e orecchini completavano insieme alle immancabili decorazioni con l'henna e l'antico e sapiente uso del khol, usato sia per il trucco che per la stessa protezione degli occhi, l'abbigliamento delle originarie danzatrici Ghawazee del Diciannovesimo secolo.
Secondo la descrizione riportata da Wendy Buonaventura nel suo libro "Il serpente e la sfinge", nell'Egitto del IX secolo, al tempo di Harun al Rashid, periodo questo considerato come l' età d'oro della musica e delle arti nel mondo Arabo, la presenza di danzatrici non aveva confronti con l'esiguo numero di cantanti. Si scelse quindi di istruire alcune di queste danzatrici anche nell'arte della musica e del canto. Il risultato fu quello di avere avuto sino alla metà del XX secolo delle superbe interpreti abili sia nella danza, nel canto e nella musica.
Il nome Almeh o Almee, al plurale Awalim, deriva dalla parola Araba "Alema" e sta a significare "una donna istruita". È proprio la ricevuta "istruzione" che rendeva questa categoria estremamente raffinata e privilegiata a cui era consentito l'ingresso agli ambiti sociali più ristretti e primo tra tutti il riservatissimo Harem.
Esiste purtroppo, in merito a questo argomento, molta confusione in quanto nelle descrizioni riportate da molti autori del XVIII e XIX secolo la figura della Almeh viene confusa con quella delle famose interpreti Ghawazee.
La grande differenza tra queste due distinte categorie di interpreti si basa sul fatto che le Ghawazee sono da considerarsi come interpreti "popolari" di bassa estrazione sociale, che si esibivano prevalentemente in spettacoli di strada, al pari degli ambulanti alla presenza di un qualsiasi pubblico "pagante".
Le Almeh, sicuramente più raffinate ed appartenenti ad una classe sociale più elevata avevano libero accesso ed erano assai gradite presso i ranghi sociali più elevati, esibendosi prevalentemente in presenza di un pubblico femminile nelle arti del canto e della danza con eleganza ed estrema raffinatezza. Altra particolarità che distingueva questa specifica categoria, era la rigida consuetudine di portare sempre, a differenza delle ghawazee, il velo nei luoghi pubblici.
Le prime notizie documentate sull'esistenza negli harem Egiziani di "donne musiciste" abili sia nella danza che nel canto si devono attribuire agli scritti del Francese Savary risalenti al 1785. Da questa data in poi, come già accennato, la limitata documentazione di cui disponiamo confonde spesso queste due differenti ma ben distinte "figure professionali".
Anche avvalendoci del supporto visivo, quello che per intenderci è stato rappresentato nelle opere degli esponenti della corrente degli orientalisti, non permette una chiara distinzione di queste due ben distinte interpreti. Due tra dipinti più noti, "The Dance of the Almeh" e "Almeh with pipe" entrambi eseguiti dal grande Jean-Leon Gerome, raffigurano tutti e due una "ipotetica" quanto forse improbabile Almeh.



The dance of almeh



The almeh with pipe



Le due raffigurazioni, ovviamente simili tra loro differiscono fortemente dalle seppur esigue informazioni di cui siamo in possesso. L'abbigliamento, l'assenza del velo e la rappresentazione di fronte ad un pubblico "esclusivamente" maschile lascia pensare ad una interpretazione più vicina alle caratteristiche di una Ghawazee piuttosto che ad una Almeh. Anche il solo confronto visivo con la prima immagine "Almee ou danseuse egyptienne" mette in evidenza la netta discrepanza con un abbigliamento fondamentalmente diverso e decisamente più "castigato". La diversità di informazioni in nostro possesso è quindi molto contraddittoria e non permette una valutazione effettiva sull'argomento. Si deve forse alla originaria danza delle Almeh l' attuale Raqs Sharqi che trova nella raffinata esecuzione e nella elegante gestualità delle braccia la sua forse più possibile erede.
La figura delle Almee, rinomate nelle arti canore, musicali e della danza, ha il suo inevitabile declino intorno agli anni 30. Epoca questa di cambiamenti che contrariamente ad una propria origine culturale mirata allo straordinario connubio tra canto e danza, si sposta esclusivamente verso l'intrattenimento visivo ed esibizionistico sviluppandosi secondo direttrici prettamente occidentali che portarono a quella particolare esecuzione della danza comunemente detta stile "cabaret".
Il cinema egiziano ha reso note grandi danzatrici come Tahia Carioca, Samia Gamal, Neima Akif.


Ghawazee





venerdì 29 novembre 2013

La danza mediorientale

               








Storia

La danza orientale è una danza originaria del Medio-Oriente e dei paesi arabi, eseguita soprattutto, ma non esclusivamente, dalle donne. È considerata come una delle più antiche danze del mondo,soprattutto nei Paesi del Medio-Oriente e del Maghreb, come AlgeriaTunisiaLibanoIrakTurchiaMaroccoEgitto.
In senso stretto, il termine indica la danza classica orientale che si è sviluppata nelle corti principesche del Medio-Oriente ma non solo. In un senso più vasto, può indicare tutte le forme che si conoscono al giorno d'oggi.
Durante la Campagna d'Egitto di Napoleone, i soldati francesi vennero a contatto con questa danza: provenendo da una società relativamente puritana, il movimento sinuoso dei corpi delle danzatrici veniva percepito come un potente afrodisiacoÈ da questo motivo, ancora oggi associato alla danza, che dipende il termine "danza del ventre".
La danza orientale è tradizionalmente praticata dalle donne, perché esprime interamente la femminilità, la vitalità e la sensualità. La danza orientale è unica nel suo genere: esistono diversi stili, che cambiano a seconda del Paese d'origine, come la danza col velo. In generale, questa danza è caratterizzata dalla sinuosità e dalla sensualità dei movimenti: è di effetto sia con musiche ritmate che lente. Di solito è praticata da danzatrici professioniste.
La pratica della danza orientale è giunta in Europa e in America grazie ai cabaret degli anni trenta e quaranta: è da questo periodo, ma soprattutto dagli anni novanta, che questa danza è diventata famosa in tutto il mondo.
La danza orientale è particolarmente adatta al corpo femminile, perché aumenta la flessibilità e la tonicità del seno, delle spalle, delle braccia, del bacino, ma soprattutto della pancia: gli addominali sono coinvolti profondamente nei movimenti, modellando la linea e giovando agli organi interni. Tonifica le cosce, migliora l'agilità delle articolazioni e sembra ritardare l'osteoporosi, migliora la postura e rafforza il pavimento pelvico. Inoltre, la danzatrice orientale ha il diritto di essere in carne - le danzatrici formose sono le più apprezzate - e può mostrare le proprie forme, come una statua di Maillol. Quello che importa non è la rotondità ma la sensualità, la grazia e la sinuosità dei movimenti.

giovedì 28 novembre 2013

OGGUN




Questa divinità nota anche con il nome Ogoun, Ogou o in altre varianti, è un semidio Orisha della guerra, del fuoco, della caccia e dell’agricoltura. In Brasile questa divinità (nella religione Candomblè) è anche protettore dei fabbri, meccanici, scultori, militari e protegge dalla febbre e dagli infortuni da metalli. E’ raffigurato abitualmente con la posa da guerriero con in mano un machete, vestito di viola e con una gonna che lo protegge dai mali del mondo. Oggun È incaricato di procurare il cibo a tutti gli orisha ed è stato prima di tutto un cacciatore denominato “Tobe Ode”, che scese dal cielo su una ragnatela già prima che il processo di creazione fosse concluso, per cercare l'ambiente ideale per la vita umana. Spesso viene identificato con san Pietro, mentre nella religione Candomblé dell'America del Sud con san Giorgio o con san Sebastiano, a Bahia con sant'Antonio, a Cuba è identificato infine con san Paolo e san Giovanni Battista, grazie a quell'articolato sincretismo religioso che caratterizza i culti americani. È da sottolineare come nel passaggio dall'Africa alle Americhe, Oggun abbia perso alcune prerogative, come ad esempio la sua influenza sulla fertilità dei campi, in quanto gli schiavi neri non focalizzavano le loro attenzioni verso le piantagioni, dato che il raccolto non era gestito da loro. Oggun ha invece conservato l'autorità sulla montagne e sui boschi e i devoti prima di avventurarsi in escursioni tendono a raccomandarsi a lui. I suoi strumenti sono: un bollitore di ferro di tre gambe ,i ferri di cavallo, i chiodi di ferrovia, un pezzo di ferrovia, freno di cavallo, spade, punte, pale, machete, la massa, l'insieme di incudine e martello rappresenta la forgiatura del ferro, strumenti di lavoro in generale, catene, revolver, fucile, coltelli (di cui è proprietario), achabbá (catena con 21 pezzi), il cappello di guao, mariwó, lance, magneti, ecc…
Oggun è conosciuto da due balli caratteristici: la danza del guerriero, in cui oscilla il machete rompendo l'aria, mentre lui avanza con un piede e trascina l'altro e la danza del lavoratore in cui egli imita la raccolta con il machete, o come se stesse martellando come un fabbro . Gli altri devono imitare i movimenti di Oggun, danzando in cerchio.






mercoledì 27 novembre 2013

I Popoli antichi del Sudamerica


 

Le civiltà antiche sudamericane erano molto sviluppate nelle arti e nelle scienze, con un'organizzazione sociale gerarchica ben definita. Di questi popoli possiamo individuarne 4 molto importanti : Olmechi, Aztechi, Maya, e Incas. Purtroppo non si han informazioni molto esplicite riguardanti le tradizioni delle danze che svolgevano, ma per rispetto a questi popoli che certamente comunque han influenzato lo stile del ballo nato in sudamerica vi invito se volete a guardare questo sito:

http://www.sapere.it/sapere/approfondimenti/storia/antichi-imperi-america.html

martedì 26 novembre 2013

Danze greche antiche allegre e comiche





                                                  Danze allegre

Danza Diploia :        danza dal ritmo sostenuto vocalmente

Danza Ephilema:     danza cantata e accompagnata dalla musica,               
                                  eseguita con un “girotondo”


Danza Niobe:           danza coreografica divisa in cinque atti
                                (preludio,sfida,combattimento,tregua,vittoria)

Danza Krionon:       danza eseguita in cerchio ballata e cantata dal coro.

                                                    Danze Comiche

Queste danze son piè vivaci e allegre eseguite da danzatori un po’ ubriachi. Si dice che il satiro Kordax inventò queste danze.


Danza Apokopè:            danza rappresentante il taglio delle carni.

Danza Hypogones:      danza dove venivano rappresentati i vecchi
                                    ricurvi sui loro bastoni.

Danza Nibadismos:    danza rappresentande i salti delle capre.

lunedì 25 novembre 2013

La danza del Bufalo




Il Bufalo (o meglio il bisonte americano) per gli indiani d’America è considerato un animale indispensabile per la loro vita, in quanto ne traevano ,cibo, vestiario e altri attrezzi quotidiani. Molte tribù indiane onoravano e rispettavano questo forte animale, e sapevano bene  qual era la sua importanza per la loro vita per cui non era ucciso se non per stretta necessità. I Ballerini ballano quindi imitando con movimenti goffi questi animali enormi . Di solito il ballo è composto da due danzatori i cui corpi son a petto nudo con il volto dipinto di nero e con un copricapo formato da una testa di bufalo chiamata “bufalo Shaggy”. I danzatori inoltre tengono, simbolicamente, nella mano sinistra l’arco e le frecce, mentre nella mano destra hanno una rama di pino.  Qui sotto un video:

 

venerdì 22 novembre 2013

Danza Atsia


 

Questa danza viene fatta per lo più da donne, ed è costituita d una serie di movimenti armoniosi in coordinazione con il ritmo dei tamburi. Ogni movimento della danza ,segui uno schema ritmico ben preciso. Atsia in lingua EWE significa stile o esibizione.

giovedì 21 novembre 2013

ELEGUA’


 

Eleguà (chiamato anche Esu, Exù, Eshu) è una delle divinità più rispettate nella religione yoruba. Con il sincretismo cristiano è paragonato a Sant’Antonio da Padova o a San Michele, ma spesso viene confuso con il demonio. Questa divinità svolge un ruolo importante fra gli dei (Orisha) e l’uomo.  A lui vengono  attribuiti i colpi di fortuna, le intuizioni geniali, il buon successo nel commercio e nelle imprese di qualsiasi genere. Per questo motivo, lo si invoca all'inizio di ogni attività, e all'inizio di ogni rituale religioso e magico e anche l'ultimo al quale si rivolgono le attenzioni e le invocazioni dei fedeli, visto il suo ruolo di messaggero e di protettore dei responsi. È il protettore dei viaggiatori e il dio delle strade (e in particolare degli incroci dove vengono lasciate offerte in suo onore), oltre ad essere il custode della casa. È associato alla fertilità e non a caso viene spesso raffigurato con organi sessuali vistosi. In suo onore è consigliabile collocare una pietra dalla forma umanoide dietro la porta e sul pavimento. Il suo giorno è il lunedì, ma molti fedeli lo festeggiano, in aggiunta, anche il terzo giorno di ogni mese.Protegge anche dalla povertà e dalla morte per emorragia.I suoi colori sono il rosso e il nero, predilige i giocattoli da bambino, le monete e gli attrezzi per la pesca. I suoi animali prediletti sono galli, polli e tartarughe. l suo simbolo è una collana imperlata con elementi rossi e neri che rappresentano i due poli opposti: la vita e la morte, la guerra e la pace, la sfortuna e la buona sorte.È il primo degli Orisha guerrieri e nelle raffigurazioni precede gli altri, la sposa di elegua è la sensuale Pomba-Gira che simboleggia la seduzione la condotta lussuriosa (fino all'omosessualità e al sadomasochismo), e il cui aiuto viene invocato per risolvere problemi sentimentali o sessuali. Elegua ha anche elementi del trickster; in particolare, si prende spesso gioco degli uomini, talvolta li burla e li raggira o li tenta, al fine di aiutarli a maturare. Anche il suo carattere è ambivalente, da un lato si dimostra dispettoso, irascibile e violento, dall'altro invece appare spesso allegro, benevolo e protettivo.                       Vi lascio ora a un video di una danza dove viene rappresentata questa divinità (coreografia di Luis Jorge Camino):
 

mercoledì 20 novembre 2013

Balli Sud-Americani




Introduzione:

La comparsa dell’uomo in sud-America, non è ancora ben chiara tra gli studiosi, in quanto esistono due teorie diverse. La prima è che l’uomo sia arrivato dallo stretto di Bering, popolando prima il Nord America per poi scendere giù verso sud. Il secondo in contrasto con il primo dichiara che essendoci maggiori reperti archeologici nella zona sudamericana, l’uomo era già insediato rispetto alla popolazione nordamericana, e che forse il suo arrivo sia dovuto alla vicinanza con l’Australia.  Comunque sia  i primi popoli sudamericani svilupparono una loro cultura e un loro modo di espressione anche nella danza. Di questi primi popoli però non si han molte informazioni sul loro modo di danzare, ma  sicuramente anche qui la religione aveva un ruolo importante. Con la colonizzazione da parete dei paesi europei , dopo la scoperta dell’America, la cultura sudamericana cambiò e le influenze europee e africane, dovuta all’importazione di schiavi come avvenne dei paesi caraibici, si fusero tra loro inglobando anche la cultura popolare già esistente, creando così nuovi ritmi e nuovi stili di espressione. In questa pagina inizierò a parlare delle antiche danze dei primi popoli e delle successive danze più moderne e in voga in tutto il mondo.

martedì 19 novembre 2013

Danza Chikhat





Questa danza folkloristica è originaria del centro-sud del Marocco e originalmente veniva ballata dalle donne esclusivamente ai matrimoni o alle feste pubbliche. La danzatrice detta cheikha è una donna considerata ricca di conoscenza culturale di canto, poesia e del sapere “sensuale-erotico”. Le danzatrici ballano in piccoli gruppi facendo vibrare e ancheggiare il loro corpo in modo veloce e sensuale a ritmo di musica. Qui sotto un video esempio:


lunedì 18 novembre 2013

La danza Memfitica



Questa danza era simile alla pirrica e si dice che fù istituita da Minerva per ricordare la disfatta dei Titani (quindi è una danza di racconto teatrale). I ballerini guerrieri, danzavano con scudi, lance e giavellotti, ma in modo meno focoso rispetto la pirrica.

Danza Atsiagbekor



Questa danza Ghanese è nata come danza di guerra, nella sua origine era chiamata Atamga. La parola atamga deriva da “ga” cioè grande e da “atama” giuramento. Il giuramento è fatto dagli ewe prima dell’inizio della battaglia. I movimenti della danza erano eseguiti in plotone  ed erano utilizzati per visualizzare le tattiche di battaglia e per energizzare e rinvigorire i soldati. Ora questa danza viene eseguita solo per intrattenimento durante incontri sociali e presentazioni culturali



venerdì 15 novembre 2013

YEMAYA’




Questa divinità femminile rappresenta la madre della vita e la signora del mare. Come madre sa essere dolce, giustiziera e premurosa per il sostentamento delle richieste da parte dei propri figli, ma è anche astuta e indomabile. Le piace cacciare e maneggiare il machete, e se si arrabbia i suoi castighi sono duri e la sua vendetta è terribile. È vestita con sette gonne sovrapposte, un corpetto blu con serpentine bianche e una cintura con la fibbia a rombo che le ricopre l’ombelico. I suoi colori son il bianco e il blu ed è paragonata cristianamente alla  Vergine della Regola. Sotto un video rappresentativo della danza in onore alla divinità:


giovedì 14 novembre 2013

Danza dell'Aquila



La tribù degli Jemez Pueblo situata nello stato del Nuovo Messico, pratica una danza in onore all’aquila. Secondo i nativi l’aquila  è dotata di una grande astuzia e potenza perché la sua abilità al volo gli ha permesso di avvicinarsi al Grande Spirito. Gli indiani quindi eseguono una danza di riconoscenza, verso questo splendido animale, in quanto la sua abilità fa da tramite tra il popolo ed il Grande Spirito. La danza viene eseguita imitando i movimenti dell’aquila, i danzatori con salti si librano nell’aria come per avvicinarsi al Grande Spirito.

mercoledì 13 novembre 2013

La Danza della Melaya




Questa danza, ossia danza del velo arrotolato o detta anche danza alessandrina per via del luogo dove è nata, è di carattere folkloristico ed è molto allegra e gioiosa. La melaya è di norma un velo scuro nero pesante che fungeva anche da mantello, quindi molto diverso da quello usato per la danza con il velo. L’abito usato dalla ballerina solitamente lungo e molto colorato  è chiamato gallabyya, si usa anche un fazzoletto adornato con ponpon messo sulla testa. La caratteristica di questo ballo consiste nell’imitazione da parte della ballerina, di una donna  che giocando con la melaya  si scopre e  ricopre il corpo sorridendo e ammiccando in modo  “civettevole”. La ballerina quindi deve essere molto abile nell’avvolgimento della melaya attorno al corpo e deve evidenziare di volta in volta il bacino, le spalle, i passi, gli occhi, il volto ,mentre le mani reggono lo scialle. Questa danza nasce per attirare l’uomo in una forma di corteggiamento seducente dove l’uomo è attratto dalla donna ma la donna fa la preziosa davanti alle sue avance.




martedì 12 novembre 2013

Danza Dionisiaca





Dioniso detto anche bacco, era il dio della vegetazione e della fertilità, dell'uva e del vino, quindi dell'eccesso. Il dio rappresentava la rottura delle barriere tra dei e uomini, essendo lui inebriato dal vino favoriva la dissolutezza  e portava gli uomini al vino, alla violenza, all’orgia. Qui la danza aveva un ruolo importante nel raggiungimento dell’estasi. Era una danza disarticolata e sconnessa , per questo fuori da ogni regola e quindi libera. Le baccanti (le danzatrici) si munivano con un’asta chiamata tirso la quale era rivestita da un’edera, e appesantita da un lato con delle pigne, questa aveva la funzione di sbilanciare il peso durante la danza. Nella storia dell’arte questa danza è stata molto raffigurata  perché rappresenta un’immagine stereotipa dell’estasi e della follia. La condizione estatica è espressa con la disarticolazione del corpo (le braccia ed i gomiti dietro le spalle, la testa rovesciata) e dal panneggio vorticoso. L'esempio in alto è tratto da un quadro moderno di Matisse, sotto invece un video di immagini che rende una buona idea della danza.





lunedì 11 novembre 2013

La santeria nella rumba cubana





Precedentemente ho parlato della rumba che si divide in tre stili diversi Yambu, Guaguancò, Columbia, questo però non basta per descrivere questa enorme cultura di ballo. Infatti Nella rumba si dà molto spazio alla fantasia ma è anche un ballo molto religioso( vedi Origine dei gruppi africani a Cuba )  legato alla spiritualità dei Santi di origine Africana ( conosciuta con il nome "Regla de Ocha") .Con l’influenza imposta  del cristianesimo, in quanto  la legge della colonia spagnola obbligava gli schiavi africani a battezzarsi, a rinunciare alla loro fede e abbracciare il cattolicesimo, gli africani associarono queste immagini  cristiane alle loro divinità. Questo fu  un processo lungo, ma inesorabile, al punto che tuttora, si fatica a distinguere la differenza tra gli Orishas e i santi della chiesa, nonostante il fatto che la religione cattolica non sia più imposta e che gli attuali sacerdoti delle varie religioni di ceppo africano presenti nell’isola stiano lavorando per separare le due entità. Quindi nella rumba cubana troviamo varie interpretazioni , per ogni dio e ogni santo c’è un tipo di ballo legato alla divinità. Il sincretismo tra il santo cattolico e l’Orisha può nascere da una motivazione profonda o da una similitudine estremamente semplice ed ingenua, dovuta anche al fatto che gli schiavi africani non sapevano assolutamente niente dei dogmi della chiesa.

Di seguito vi elenco le principali divinità:
























sabato 9 novembre 2013

Danza Agbadza




Questa è una tradizionale danza del popolo degli Ewe, è composta da una coreografia di coppia che segue il ritmo musicale attraverso il movimento delle braccia, la vita e dei piedi un perfetto sincronismo. L'agbadza era nata come danza di guerra (conosciuta come Atrikpui), ma ora al contrario è usata per danze ricreative, sociali e di pace. Le danze di guerra del popolo erano utilizzate come addestramento militare, utilizzando un tamburo per ordinare ai guerrieri i movimenti. Il ballo inizia di norma con un canto religioso in onore e ricordo degl'antenati.








 

venerdì 8 novembre 2013

Danza Klama



Questa danza ha origine dall’omonima musica “Klama” ed è associata ai rituali religiosi di pubertà  del popolo femminile dei Krobo del Ghana. Viene eseguita dai danzatori con piccoli passi e il capo tenuto pudicamente verso il basso, in questo modo i movimenti son aggraziati e fatti con una certa calma che li rende eleganti. Questi movimenti mette in rilievo la bellezza dei ballerini, e per questo il ballo viene anche utilizzato come preambulo di proposta nuziale. Il vestiario di questa danza consiste in cappelli di paglia cilindrici e da  un drappo bianco.
Vi lascio questo link se volete scoprire ancora di più la cultura di questo meraviglioso popolo:

giovedì 7 novembre 2013

Danza del cigno



La danza del cigno proviene dalla regione nord occidentale dell’America dove era insediata la tribù dei Yakima. In questa zona le foreste sono immense e quando son in fioritura si possono vedere dei bellissimi cigni che nuotano nelle acque dei laghi.  La madre cigno inizia premurosa a guidare i suoi piccoli e ad insegnare a loro tutti i metodi di sopravvivenza. Qui le donne della tribù Yakima han preso spunto da queste bellissime creature e iniziano a danzare da una posizione ranicchiata. Lentamente si alzano, e iniziano a scorgere il mondo attorno a sé, mimando i movimenti, della madre cigno, agitano i loro bianchi scialli come ali.